Un movimento di troppo…

luglio 8, 2009

Tipica scusa che si adopera ad arte dopo essersi fatti male, più o meno seriamente. Oggi però non sarà un modo per dare la colpa al destino ma si parla di un libro.

Versante Sud pubblica “UN MOVIMENTO DI TROPPO… Comprendere gli infortuni e le sindromi da sovraccarico nell’arrampicata sportiva” di Thomas Hochholzer e Volker Schoeffl, entrambi medici specializzati in Chirurgia Ortopedica e Medicina dello Sport, entrambi esperti alpinisti e arrampicatori. Il Dr. Schoffl è medico della nazionale tedesca di arrampicata sportiva.

Copertina "Un movimento di troppo"

Copertina "Un movimento di troppo"

Il libro, scritto in modo semplice e comprensibile da tutti, ma allo stesso tempo capace di scendere nei particolari, tratta diversi argomenti che possono influenzare e determinare gli infortuni, oltre che descrivere e spiegare i vari tipi di problematiche mediche che colpiscono in particolare i climber. Dopo alcuni fondamenti di anatomia si passa alle sindromi da sovraccarico, passando dalle problematiche che si possono presentare durante l’allenamento, si arriva a veri e propri consigli pratici per utilizzare al meglio il nastro oppure su come fare al meglio lo stretching e la riabilitazione (in sole 150 pagine). Tutto ciò è trattato con competenza ma lungi dall’idea di potersi sostituire al consulto di un medico, cosa insistentemente ripetuta nel libro.

Ogni appassionato di arrampicata, anche se solo a livello amatoriale, con buone probabilità è stato alle prese con dei piccoli infortuni: questo libro può essere utile per comprendere i meccanismi con i quali si instaurano questi problemi che ci possono tenere lontano dalla nostra amata roccia per lungo tempo e per poter evitare quegli atteggiamenti che, nella pratica o nell’allenamento, fanno aumentare la probabilità di infortunarsi.

http://www.versantesud.it/ONEMOVE.html

Palestra Indoor al CUS di Pavia – Upgrade!?

novembre 26, 2008

Io studio a Pavia, nel bel mezzo della Pianura Padana, tra risaie sterminate e campampagna pianeggiante, pianeggiante, pianeggiante, pianeggiante… Per chi ha la passione per la Montagna e ragiona in verticale è un problema questo mondo orizzontale! Come fare? La soluzione è arrampicare indoor…

Nella palestra del CUS di Pavia è allestita una piccola parete per l’arrampicata. E’ lì che mi “alleno” o meglio mi diverto con i tanti ragazzi e ragazze che la frequentano. C’è da dire che non è proprio il massimo ma ci si accontenta: una parete verticale di circa 4-5m con 4 vie, una parete verticale e poi strapiombante o meglio a gradoni con 4 vie che si possono concatenare e due pannelli inclinabili a circa 35-40°, che sono i più sfruttati.

 

Pannelli Inclinati

Pannelli Inclinati

Ma ecco la novità: è solo da una settimana che è stata montata una nuova struttura boulder strapiombante, alta circa 3,5m, dove la prima parte strapiomba di circa 35° e la seconda è appoggiata.. wow.. si prospettano uscite su svasi da paura! L’entusiasmo è salito e tutti hanno più voglia di “tirare”… La struttura deriva da una gara della Coppa Italia Boulder tenutasi a Bergamo in occasione diella fiera Altaquota

 

La Nuova Struttura Boulder

La Nuova Struttura Boulder

Ora non mi resta che arrampicare (ed avere un po’ di riguardo per i miei gomiti)…

Anasazi Five Ten – Le mie scarpette

novembre 24, 2008

La Five Ten, azienda americana nata nel 1985, crea scarpette per l’arrampicata di ogni tipologia: da scarpette iper-tecniche per superare gradi impensabili a scarpette più comode per lunghe vie di più giorni in parete. La mia scelta è stata di acquistare le Anasazi con il velcro: credo sia tra le “classiche” in quanto è in catalogo da parecchi anni. Sul sito sono descritte come le più vendute in Europa (anche se Chris Sharma le usava.. uuuhhh!?).

Calzano bene per piedi a pianta stretta come i miei e non devi prendere un 38 se hai un 42 ma tuttosommato mantieni il tuo numero, al massimo uno in meno.. Unico problemino è che sono fatte in materiale sintetico e quindi la normale flautolenza post-utilizzo si acuisce se non vengono lasciate all’aria. La suola è fatta con una nuova mescola Onixx che per esperienza diretta ritengo ottima: eccellente grip su tutti i tipi di roccia e un’usura minima (le uso anche indoor e non si consumano più di tanto..). Hanno una nuova forma di tallone migliora la calzata.

 

Anasazi - Five Ten

Anasazi - Five Ten

Se la morfologia del vostro piede rassomiglia alla mia vi consiglio di provarle, non rimarrete delusi di sicuro!!

Blizzard Harness Black Diamond – Il mio Imbrago

novembre 24, 2008

La prima cosa che ho acquistato quando ho iniziato la pratica dell’arrampicata è stato l’imbrago. All’epoca non avevo molta esperienza e quindi mi sono lasciato consigliare dal commesso: alla fine il mio acquisto è stato un’imbrago della Black Diamond

 

Blizzard - Black Diamond

Blizzard - Black Diamond

Il Blizzard della BD è un’imbrago completamente regolabile ed è quindi adatto sia all’arrampicata sportiva sia all’alpinismo: l’ampia regolazione dei cosciali permette di indossarlo anche sopra ai copripantaloni. E’ fornito anche di un Ice Clipper per poter agganciare i chiodi da ghiaccio, infatti è adatto anche per arrampicate alpine e per il drytooling.

La Black Diamond ha rinnovato l’imbrago in questi anni apportando miglioramenti ma mantenendo sempre la base concettuale della costruzione.

 

New Blizzard - Black Diamond

New Blizzard - Black Diamond

Questa imbragatura completamente regolabile è costruita in materiale espanso idrorepellente; il cinturone e i cosciali sono termoformabili per garantire maggio comfort e una migliore circolazioni quando si è fermi in sosta. 

Mi sa che quando sarà giunto il momento di pensionare il mio caro vecchio imbrago prenderò in considerazione di acquistare la sua diretta evoluzione. Grande Black Diamond!

Transmission Hybrid Pro Jacket – Mammut

settembre 25, 2008

La mia giacca!? Acqustata nel 2006 a Bergamo da Diemme Sport. Il mondo delle giacche tecniche dopo la rivoluzione della famosa membrana Gore-Tex e l’avvento del “guscio” protettivo viene ancora a trovarsi di fronte ad una novità, il Softshell: non ha le caratteristiche di protezione estrema dagli agenti atmosferici di un Hardshell capace di sopportare migliaia e migliaia di colonne d’acqua, ma garantisce impermeabilità, idrorepellenza, impermeabilità al vento e un comfort maggiore grazie alla morbidezza dei materiali.

Transmission Hybrid Pro Jacket - Mammut

La giacca Transmission Hybrid Pro Jacket è appunto ibrida in quanto presenta nelle zone di maggior sollecitazione come le spalle, le maniche e il cappuccio un tessuto Hardshell (Dry-Tech Mammut) che protegge dalle possibili condizioni avverse e nelle zone come il torace un morbido tessuto Softshell (Nano-sphere) elasticizzato che garantisce una migliore vestibilità. All’interno è presente un gilet molto poco ingombrante in materiale termico, che può essere staccato nelle giornate meno fredde e riposto nello zaino occupando pochissimo spazio. Credo sia un’ottimo compromesso tra le due filosofie di Shell presenti sul mercato. L’utilizzo che ne faccio varia dallo sci all’escursionismo, da temperature basse a temperature fresche. Insomma, Mammut mi ha pienamente soddisfatto!